Le esperienze vissute nel corso della nostra vita, le persone che abbiamo incontrato, i valori e le regole che abbiamo appreso etcecc., hanno contribuito a costituire le opinioni, la percezione che abbiamo del mondo e ci permettono di leggere e codificare le esperienze che viviamo.
Tuttavia non siamo macchine perfette e in questo processo possiamo incappare in distorsioni cognitive: il nostro cervello, infatti, è soggetto a commettere errori sistematici (bias), andando a favorire stereotipi e pregiudizi, che hanno una forte influenza, spesso inconsapevole, sul nostro giudizio e di conseguenza sulle nostre azioni.
Tutti quanti, ad esempio, abbiamo una naturale tendenza ad avvicinarci a chi possiede qualcosa in comune con noi (la frequentazione della stessa scuola, ricoprire lo stesso ruolo in azienda, avere qualche interesse in comune), questo è normale, ma può diventare fuorviante se
questa familiarità diviene fondamento di opinioni e valutazioni su una persona e/o un gruppo.
Al contrario potremmo giudicare in modo negativo qualcuno se non rispecchia quell’affinità, o magari ha dei tratti di personalità o delle caratteristiche fisiche che ci ricordano una persona a noi poco simpatica, o della quale non abbiamo un piacevole ricordo.
Come esseri umani siamo tutti soggetti a bias, nessuno escluso.
L’obiettivo non è quello di eliminarli, sarebbe impensabile, ma un primo passo è esserne consapevoli.

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